La malpractice sanitaria (altrimenti conosciuta come malasanità) si verifica nel momento in cui un soggetto erogatore di servizio (azienda ospedaliera, medico, ecc) – non rispettando le linee guida minime per la assistenza specializzata – provoca danni o lesioni gravi e permanenti (o morte) al Paziente. Questi eventi – che spesso sono esclusivamente conseguenza della natura della patologia da cui il Paziente è affetto – in alcuni casi possono dipendere da una diagnosi non corretta o da una scelta terapeutica sbagliata/azzardata da parte del professionista sanitario.
Tale concetto ha pertanto una accezione notevolmente differente da quella di negligenza medica, che è invece definita come il mancato rispetto di determinati standard (spesso dovuto a disattenzione).
Nell'ambio della malpractice sanitaria, si riconoscono:
- diagnosi inadeguata . La mancata corretta diagnosi di una determinata patologia può determinare un aggravamento delle condizioni di salute del Paziente, un peggioramento della sua qualità di vita, ed un incremento dei costi sostenuti. Si configura questo scenario quando il Paziente viene trattato per una patologia che non ha, oppure quando viene trattato inadeguatamente o in maniera insufficiente per una patologia che ha.
- competenza inadeguata . Quando la struttura sanitaria o il professionista, essendo consapevoli di non avere a disposizione la competenza o la strumentazione che garantiscano il più efficace trattamento della patologia del Paziente, effettuano procedure o trattamenti (spesso di tipo chirurgico) che possono compromettere il risultato clinico finale.
- mancanza di adeguato trasferimento di informazioni al Paziente . Tradizionalmente, il consenso informato viene inteso come un modulo da far firmare al Paziente. Nella realtà, la deontologia medica impone che il consenso sia costituito da un adeguato e prolungato colloquio clinico tra Paziente e Medico, nel corso del quale il professionista deve trasferire tutte le informazioni utili affinché il Paziente possa pienamente comprendere il proprio stato di salute, le opzioni di trattamento praticabili, le complicanze prevedibili, ed i risultati attesi; il colloquio deve infine concludersi con la registrazione della firma del Paziente su uno specifico modulo. Il Paziente deve essere messo nella condizione di prendere consapevolmente le proprie decisioni in relazione ad ogni atto medico (fanno eccezione le emergenze mediche, in quanto il paziente non può essere cosciente o coerente).
La responsabilità per tali errori può dipendere:
Errori diagnostici
Nell'ambito degli errori diagnostici, si riconoscono due categorie:
Malpractice chirurgica
Negli ultimi 20 anni si è assistito ad un miglioramento e ad una evoluzione delle tecniche e delle procedure chirurgiche e diagnostiche; ciò consente agli operatori della sanità di oggi poter effettuare diagnosi e trattamenti sempre più raffinati. Purtroppo, occorre realizzare che gli avanzamenti tecnologici non sempre possono essere applicati a tutti i Pazienti; esistono infatti patologie (o stadi di patologia) in cui la adozione di una tecnica – per esempio – mininvasiva o tecnologicamente più avanzata può essere controproducente se non addirittura dannosa.
In ambito chirurgico si riconoscono differenti tipologie di malpractice, caratterizzate dalla esecuzione di interventi chirurgici:
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